Gianpiero Casetta

Noi siamo gli eredi di una storia la cui parte visibile è fatta di rovine che raccontano di supremazie sui popoli, mentre la sua parte invisibile torna a tormentare le nostre crisi moderne.  (Thomas Jorion)

Amo scrivere storie e mi riesce molto meglio farlo utilizzando una macchina fotografica.

Luci, contrasti e colori sono le lettere del mio alfabeto; le immagini che creo cercano di trasmettere un senso di pace e di magia, immergendo l’osservatore in un mondo fantastico.

Sono letteralmente magnetizzato dalla bellezza, silenziosa ed eterna, dei luoghi abbandonati e ne sono in continua ricerca. Il mio animo nomade alimenta la necessità di viaggiare in continuazione, vedere nuovi orizzonti, luoghi, conoscere storie e persone, sempre con la mia macchina fotografica al seguito.

Quel che emerge nell’armonia della mia fotografia è il rimpianto di un paradiso scomparso, espresso nell’amore per le rovine; scatti prettamente estetici rifacendosi alla sensibilità romantica, che vuole infondere alla contemplazione di natura e ruderi una forte componente malinconica: una poetica nostalgia dell’armonia perduta in un regno di silenzio e solitudine. È la sospensione del tempo in cui il corpo nudo si sfinisce nella percezione dello spazio.

Dall’impasse tra il tempo e il suo impossibile ritorno, nasce, nel mio intimo, il sentimento della decadenza, della precarietà dell’essere umano. È facile rilevare in questo caso, l’influsso esercitato da The Seven Lamps of Architecture (1849) di John Ruskin secondo il quale la bellezza, che risiede soprattutto nelle vestigia, consiste nella loro caducità: è il fascino delle crepe, dell’incuria vegetale e architettonica, che riconduce le cose allo stato primordiale e crea la “Poésie des ruines”.

Tecnicamente mi ritengo un autodidatta puro, con una passione viscerale per la sperimentazione. Utilizzo la fotografia come strumento di comunicazione, cercando di dare forma a emozioni, sensazioni e gusto estetico. Sono sempre stato affascinato dall’immagine in tutte le sue forme, da quanto riesce a trasmettere, e da tutto ciò che può essere definito espressione dell’arte.

Ho esposto in varie gallerie d’arte contemporanea; tra le principali mostre Beauty of Decay, Galeria Valid Foto Bcn, Barcellona (2018); Non Perdit Omens V Edizione del Rossana Fotofestival (2019); Pulvis et Umbra, Milano (2020)